#Sulle tracce dell'orso
Escursione in famiglia da Sanzeno all’eremo e santuario di San Romedio
"Guardate, un orso!" urla mio fratello Luca, puntando il suo bastone verso il folto della foresta, non turbando i miei genitori che sorridono. Come gli antichi pellegrini, stiamo facendo un “pellegrinaggio” al santuario di San Romedio vicino a Sanzeno in Val di Non. Quando mia madre stamane ci ha proposto di visitare San Romedio, nessuno ha fatto i salti di gioia. Nel momento in cui ci ha parlato della “recinzione degli orsi”, mio fratello ed io siamo rimasti sedotti dal suo invito.
Giunti all’eremo di San Romedio, dopo una passeggiata nel bosco, raggiungiamo un recinto che alcuni cartelli indicano come quello dell’orso. L'orso Bruno, che curiosamente è Bruno anche di nome, non si fa però vedere.
Saliamo gli infiniti scalini del santuario, sperando di incontrare il plantigrade al ritorno. La scalinata, le varie cappelle e qualche rumore sinistro mi ricordano l’ambientazione di un film fantasy. Mio padre trova il paragone assolutamente inappropriato e attacca "Architettura alto-medioevale, una tradizione claustrale millenaria..." Il mio sguardo incrocia quello complice di mio fratello Luca: io e lui stiamo decisamente guardando un film diverso da quello di papà.
Ad un tratto, papà ci racconta che si dice che l'eremita Romedio abbia cavalcato un orso fino alla corte del vescovo di Trento. La storia si fa davvero interessante... Luca, però, vuole entrare nel recinto dell’orso per domarlo e farsi quindi portare al parco giochi dell’Hotel Zum Hirschen. Per un istante, prima che la mamma prenda per mano mio fratello, penso che il suo folle progetto si stato ispirato da San Romedio stesso. Al santo, avevo indirizzato la preghiera di rendermi figlio unico. Non per sempre, sia chiaro, ma solo fino all’ora di andare a letto.
“Du hast in
dir den Himmel
und die Erde.”
Hildegard von Bingen
1098-1179